L'ipotesi di ricostruzione virtuale

L'ipotesi di ricostruzione virtuale

L’ipotesi ricostruttiva del complesso di La Prisgiona è stata realizzata con metodi e tecniche propri dell’Archeologia Virtuale con lo scopo di ripristinare l’unità di stile del sito e renderlo così accessibile e comprensibile al grande pubblico. Si tratta di processo di acquisizione e analisi finalizzato a ricostruire e simulare, secondo un approccio scientifico il paesaggio archeologico ed antico.

Lo studio e la ricostruzione virtuale del paesaggio antico implica passaggi impegnativi e complessi, in quanto coinvolge numerose competenze. Nel nostro caso, per formulare un ipotesi ricostruttiva verosimile ci si è basati su tutte le fonti storiche ed archeologiche. Durante gli scavi, infatti, sono stati individuati elementi architettonici crollati utili alla comprensione del sito, come i frammenti di "mensoloni" del coronamento del nuraghe, che hanno permesso di ricomporre virtualmente le parti mancanti. Nei casi in cui non è stato possibile trovare delle tracce dirette nei resti archeologici, per completare la simulazione ci si è affidati a confronti con altri complessi nuragici appartenenti allo stesso periodo e con caratteristiche architettoniche analoghe.

Il sito archeologico è stato ricostruito nella sua ultima fase di vita, quando il complesso raggiunse la massima estensione. Partendo dal rilevamento tridimensionale del sito è stato possibile modellare in computer grafica le parti mancanti e ottenere dei modelli simulativi del passato. Questi ci permettono così di sintetizzare in una rappresentazione visiva il lungo lavoro di studio e ricerca.