La storia del sito
In località Capichera, ad una decina di chilometri dal centro di Arzachena, si incontra il complesso monumentale della Prisgiona che, per estensione e tipologia, non ha eguali nella regione gallurese. E' formato da un grande nuraghe e un villaggio di 90-100 capanne, la maggior parte delle quali ancora da scavare. Il nuraghe è formato da una torre centrale (il mastio) e almeno due torri laterali inglobate in un bastione.
Al mastio, coperto da una falsa cupola (tholos) di 6 metri di altezza, si accede passando sotto una imponente architrave di m. 3,20. Una muraglia delimita un cortile dove un pozzo profondo più di 7 metri ha restituito molte brocchette askoidi utilizzate non solo per la raccolta dell’acqua ma in cerimonie dal carattere particolare. Rituali di diversa natura dovevano svolgersi, peraltro, nella vicina "capanna delle riunioni” dove si radunavano in particolari occasioni personaggi di rango, che, disponendosi a sedere lungo i brodi dell’ambiente, bevevano un decotto o distillato preparato usando un vaso dalla forma e decorazioni particolari.
La complessità del nuraghe risponde al ruolo che l’edificio dovette avere nel sistema territoriale della regione. Gli scavi condotti dall'archeologa Angela Antona hanno consentito di definire le diverse fasi del complesso che fu in uso dal XIV al IX sec. a.C. con frequentazioni che arrivano ad età romana.