Necropoli Li Muri
Prezioso esempio di cultura preistorica sarda, la necropoli di Li Muri, scoperta nel 1939, è databile intorno alla seconda metà del V millennio a.C., appartiene al periodo Neolitico.
La necropoli neolitica di Li Muri rappresenta il sito più antico visitabile nel comune di Arzachena nonché, ad oggi, l’unica “necropoli a circoli” in Sardegna. Le sue caratteristiche architettoniche e il corredo funerario portato alla luce durante gli scavi, esprimono una stretta connessione con il mondo del “megalitismo europeo”. Importanti affinità con la Corsica, con l’area pirenaica e con l’Egeo, indicano per tale sito datato alla seconda metà del V millennio a.C., un ruolo di primo piano nel panorama archeologico sardo e non solo.
La necropoli si compone di un gruppo di 4 circoli funerari, con al centro di ognuno una cista litica rettangolare, (cassone in pietra), destinata ad accogliere presumibilmente un massimo di 2 defunti. Originariamente l’aspetto di queste tombe doveva essere quello di collinette artificiali di terra e pietrame, segnalate da cippi granitici (menhir). La presenza di piccole cassette litiche nel sito, indica la consuetudine degli abitanti dell’area di deporre offerte dedicate ai defunti.
A breve distanza dal gruppo appena descritto, un quinto circolo presenta caratteristiche differenti non solo per la posizione ma anche per la tomba al suo interno. I dati scientifici descrivono infatti 2 momenti di utilizzo differenti, ad una prima fase neolitica (seconda metà del V millennio a.C.) ne segue una seconda ascrivibile ad un periodo più tardo ossia l’Età del Bronzo (XVII secolo a.C. circa), durante il quale la tomba a circolo si trasforma in una tomba collettiva (alleé couverte).
L’attenzione riservata a questo sito funerario è giustificata dagli interessanti ritrovamenti, quali una coppetta in steatite con anse a rocchetto pieno, di particolare pregio recante tracce di ocra rossa, grani di collana in pietra dura, pendagli centrali in steatite, accette in pietra dura levigata oltre a residui di ocra rossa. Questo pigmento veniva utilizzato quale simbolo di rigenerazione dopo la morte. Il rinvenimento inoltre di pomi sferoidi, interpretabili come simboli di comando, lascia presupporre che gli inumati deposti all’interno delle tombe, fossero personaggi di alto rango della comunità.